Forse i topolini mangiano le susine?

In città vive un elefantino grande quanto una susina

Verbavolant Release date:02-12-2019

Codice Isbn: 978-88-99931-38-4

Target:

dai 4 anni

Recensione

Il frutto dolce della susina "può essere di vari colori, dal giallo dorato al viola cupo"…

In città vive un elefantino grande quanto una susina e di questa possiede la pelle liscia ed il colore viola acceso. Le sue piccole dimensioni e la sua natura mansueta, propria degli elefantini, gli permettono di vivere nella casa di una bambina dai capelli color susina giallo-dorato e del suo topolino bianco, poco più grande di lui. Tra un the e l'altro con i pupazzi, il micro-elefante "mangia tutto quello che gli viene dato". Così un giorno, quando la bambina ed il suo topolino partono per le vacanze, il micro-elefante, inizierà a mangiare cose improbabili, affacciandosi al mondo con un nuovo aspetto, fino ad incontrare, solo dopo aver fatto una montagna di popò, il suo maestoso destino.

Verbavolant presenta una storia delicata, attraverso le vicende di un piccolo elefante, quasi a narrare la sua immaginaria evoluzione, nel tempo parallelo della fantasia. Raccontata al passato da Alessio Di Simone, il racconto suggerisce diversi spunti di riflessione attraverso un testo chiaro e lineare, animato dalle considerazioni dello stesso autore. Il contenuto si riflette in modo creativo nelle dimensioni e nel colore del font quando incontra le parole chiave.

In armonia con il testo, le illustrazioni di Irene Fioretti, si basano su una tecnica mista e su un disegno finemente curato nella sua limpidezza, con un ventaglio di colori che evidenzia le sfumature del viola e del giallo. Qualche segno di pennellata definisce da subito l'aspetto del piccolo protagonista, per divenire tecnica principale, alla fine del libro in una sognante e variopinta immagine in cui tutto è come deve essere e dove c'è spazio per tutti compreso il sentimento dell'affetto.

Per concludere, tornando all'inizio, se si legge bene, il titolo ci regala una nuova possibilità che ad immaginarla, cambierebbe probabilmente l'evoluzione di questa bella storia.



Paola Bellati

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